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Il cielo blu, senza nuvole che ne alleggeriscano l’immensità, evoca la potenza del respiro. In un gioco di capovolgimenti il fondo del mare diventa cielo e il cielo superficie. L’albero, mosso da un vento proprio, racchiude in sé quelle correnti marine sotterranee che lo sguardo non può vedere. La base su cui esso, maestoso e imponente poggia, la terra, gli steli d’erba sono alghe rese morbide dal moto ondoso dell’acqua. Il movimento del mare è trasferito sulla terra, la staticità di quest’ultima si adagia sulla superficie marina. Come se vi fosse un’inversione di ruoli, restituita dalla spiaggia bianca e stretta, che si realizza nel contrasto tra la ristrettezza della vita quotidiana e l’immensità, la vecchiezza, la saldezza e la forma della vita interiore. Una luce giunge da destra, da quella parte del litorale e del mondo che non si vede. Essa si arresta di fronte all’essenza del mondo marino - l’interiorità del pittore- portato in superficie. L’orizzonte che normalmente si allontana da noi quanto più noi ci avviciniamo a lui, ci viene sbattuto in faccia nelle sembianze di quest’albero del mare come a dirci : ecco dove siamo e dove stiamo andando. Il vento - moto marino - che anima l’albero diviene così il movimento all’interno e all’esterno del potenziale e dell’attuale, dell’inspirazione e dell’espirazione...... qui siamo, avviandoci verso la luce che non sappiamo in una notte che è ancora. Federico Bonriposi
Il cielo blu, senza nuvole che ne alleggeriscano l’immensità, evoca la potenza del respiro.
In un gioco di capovolgimenti il fondo del mare diventa cielo e il cielo superficie. L’albero, mosso da un vento proprio, racchiude in sé quelle correnti marine sotterranee che lo sguardo non può vedere. La base su cui esso, maestoso e imponente poggia, la terra, gli steli d’erba sono alghe rese morbide dal moto ondoso dell’acqua.
Il movimento del mare è trasferito sulla terra, la staticità di quest’ultima si adagia sulla superficie marina.
Come se vi fosse un’inversione di ruoli, restituita dalla spiaggia bianca e stretta, che si realizza nel contrasto tra la ristrettezza della vita quotidiana e l’immensità, la vecchiezza, la saldezza e la forma della vita interiore.
Una luce giunge da destra, da quella parte del litorale e del mondo che non si vede. Essa si arresta di fronte all’essenza del mondo marino - l’interiorità del pittore- portato in superficie.
L’orizzonte che normalmente si allontana da noi quanto più noi ci avviciniamo a lui, ci viene sbattuto in faccia nelle sembianze di quest’albero del mare come a dirci : ecco dove siamo e dove stiamo andando.
Il vento - moto marino - che anima l’albero diviene così il movimento all’interno e all’esterno del potenziale e dell’attuale, dell’inspirazione e dell’espirazione...... qui siamo, avviandoci verso la luce che non sappiamo in una notte che è ancora.
Federico Bonriposi
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